Come funzionano i vaccini?

I vaccini sono una delle più importanti conquiste della medicina, eppure sono malvisti e ci sono persone che vorrebbero vederli vietati. Occorre quindi fare ordine nella questione.

Naturalmente questo non sarà un articolo esaustivo sul sistema immunitario, un’intera biblioteca non basterebbe per spiegarne nel dettaglio il funzionamento. E poi non avrei nemmeno le conoscenze necessarie per arrivare a un elevato livello di dettaglio, lo scopo di questo articolo è descrivere a grandi linee il sistema immunitario e il principio di funzionamento dei vaccini in modo che tutti possano capirlo.

Il sistema immunitario

Prima di passare a parlare di vaccini è necessario fare una premessa sul sistema immunitario e sulle infezioni.

Un organismo, compreso quindi il nostro, deve difendersi da altri organismi che vorrebbero invaderlo e sfruttarlo come parassiti. Nel caso della nostra specie, i parassiti da cui dobbiamo difenderci possono essere virus, batteri, protozoi, funghi e addirittura animali pluricellulari come per esempio le tenie o alcune larve di insetti tropicali.

Per difendersi l’organismo umano (e più o meno tutti gli altri vertebrati) ha a disposizione il sistema immunitario, un complesso insieme di cellule specializzate, molecole e processi fisiologici che ha dei compiti di “polizia”. Tra le tante parti che compongono il sistema immunitario ricordiamo i linfociti, delle cellule del sangue che hanno varie funzioni. Per esempio i linfociti T killer sono capaci di uccidere le cellule infettate dai virus, oppure i linfociti B producono i famosi anticorpi. Questi sono la parte “attiva” del sistema, ma abbiamo anche una parte “passiva” che è costituita da tutte le barriere che impediscono l’ingresso di elementi estranei nell’organismo. Un esempio è la barriera emato-encefalica che ricopre i vasi sanguigni del cervello, la quale permette l’uscita dal sangue verso il cervello solo di determinate sostanze come gli zuccheri e l’ossigeno.

Risposta immunitaria e memoria immunologica

Un agente patogeno che riuscisse a penetrare le barriere verrebbe indivuduato e scatenerebbe subito una risposta immunitaria, ovvero provocherebbe l’attivazione del sistema nel tentativo di neutralizzare la minaccia.

L’identificazione delle cellule estranee è possibile perché ogni cellula o virus, batteri compresi, ha sulla propria superficie delle molecole proteiche chiamate antigeni. Questi antigeni sono dei veri e propri “codici identificativi” che permettono il riconoscimento delle cellule. Sono presenti anche sulle nostre cellule, additura variano da persona a persona e sono il motivo per cui chi subisce un trapianto o una trasfusione rischia il rigetto.

Schema di un anticorpo (GFDL con disclaimer, https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0c/Anticorpo.svg

Una volta individuato l’invasore e attivata la risposta immunitaria i lifociti B iniziano a produrre anticorpi specifici per gli antigeni dell’agente patogeno. Il problema è che procedono per tentavi, non c’è altro modo, e quindi nel frattempo l’agente patogeno ha tutto il tempo di inziare l’infezione e fare i suoi comodi. Questo significa che esplodono i sintomi della malattia, qualunque essa sia.

Quando i linfociti riscono a produrre il giusto anticorpo, questo si lega agli antigeni sulla superficie del virus o del batterio. In questo modo gli agenti patogeni vengono segnalati ad altre cellule che li attaccano e li distruggono. Eliminato l’agente patogeno cessano anche i sintomi della malattia.

La caratteristica forse più sorprendente del sistema immunitario è la memoria immunologica, ovvero la capacità di “ricordare” con quali agenti patogeni è entrato in contatto e con quale anticorpo era stato combattuto. Questa capacità è importantissima perché permette di non pedere tempo la seconda volta che si viene in contatto con patogeno già incontrato, in modo da debellarlo subito.

La memoria immunologica è proprio il motivo per cui chi ha contratto una volta la varicella non la sviluppa più nemmeno entrando in contatto con un elevato numero di malati: il suo organismo ricorda quale anticorpo ha usato in passato e lo produce subito, impedendo al virus di inziare l’infezione.

Il principio alla base delle vaccinazioni

La memoria immunologica è proprio ciò che viene stimolato con i vaccini. In effetti la logica alla base delle vaccinazioni è tanto semplice quanto efficace.

In pratica si somministra a qualcuno l’antigene di un agente patogeno e solo quello, senza il patogeno in questione. Così il sistema immunitario può allenarsi a produrre il giusto anticorpo per quell’antigene senza avere i sintomi dell’infezione e quindi senza nemmeno i rischi correlati alla malattia.

Tutto qui. In effetti è incredibile quanto sia semplice il principio base delle vaccinazioni. Ovviamente la realizzazione di un vaccino è molto complessa e ci vogliono anni di ricerca, ma alla fine si ha un prodotto che immunizza da una malattia senza rischi particolari. Per scendere nel dettaglio ci vorrebbero anni di studio e ciò esula dagli scopi di questo articolo che mira solo a illustrarne il principio base.

Statua di Edward Jenner a Londra (Di Cjc13 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7310321)

Il primo vaccino

Può sembrare incredibile, ma la vaccinazione è una pratica abbastanza antica. Il primo “vaccino” risale alla fine del XVIII secolo, quando il medico britannico Edward Jenner notò che i mungitori che contraevano la forma bivina del vaiolo poi non si ammalavano della forma umana. La forma bovina è notevolmente più lieve di quella umana e di solito si sopravviveva, quindi ebbe l’idea di inoculare la forma bovina (chimata “vaccina”) per immunizzare anche dalla pericolosissima forma umana del vaiolo.

Jenner non lo poteva sapere, ma la vaccina e il vaiolo umano hanno degli antigeni molto simili, quasi uguali. Quindi ammalarsi della malattia molto più lieve insegna al sistema immunitario come contrastare anche i virus della forma letale. Rozzo, ma efficace.

Conclusioni

A questo punto mi chiedo come sia possibile pensare che i vaccini “distruggano il sistema immunitario” come invece pensa parecchia gente che passa le proprie giornate a scrivere stuppidaggini in rete. In realtà, alla luce di ciò che ho scritto in questo articolo, un vaccino fa l’esatto opposto e cioè rafforza il sistema immunitario, lo allena. Purtroppo viviamo in un’epoca in cui i fatti non hanno più valore e anzi c’è la tendenza a diffondere notizie false a scopo di lucro. Ma la salute è una cosa troppo seria per poterci giocare: le malattie contro cui ci si vaccina possono uccidere o peggio, lasciando i più sfortunati invalidi per tutta la vita. Vale la pena di rischiare una cosa così tragica per evitare una puntura e al massimo qualche linea di febbre per un paio di giorni? Io dico di no.

Per questo articolo è tutto, ma lascio qui dei link per approfondire.

Approfondimenti:

Infine lascio un link al sito Dottore, ma è vero che…?, una preziosa fonte di informazioni mediche gestito direttamente dallo FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri).

Ivan Berdini

Zoologo e appassionato di fotografia