Tutto ciò che mangiamo è geneticamente modificato

Chi produce o vende prodotti alimentari tiene a far sapere ai consumatori che i suoi prodotti sono privi di OGM, perché i consumatori vogliono solo prodotti “naturali”. Peccato che tutto ciò che mangiamo sia geneticamente modificato. Com’è possibile?

Che cos’è il cibo?

Vari tipi di cibo (pubblico dominio)

La prima, se posta in questa maniera, potrebbe sembrare una domanda stupida, ma non lo è affatto. Non ci si pensa mai, perché mangiare è un atto assolutamente naturale e comune a tutti gli animali (anzi, a tutti gli organismi eterotrofi e cioè tutti quelli che necessitano di consumare materiale proveniente dall’esterno; anche i funghi sono eterotrofi e non sono piante), ma il nostro cibo è composto solo ed esclusivamente da materiale proveniente da altri organismi.

Pensa a un qualunque alimento e ti accorgerai come esso sia prodotto da un organismo oppure proprio una parte di esso. L’esempio più facile sono le carni, che sono evidentemente parti di animali; le “verdure” sono parti di piante come foglie, fusti o radici (i tuberi come le patate); i frutti sono invece delle parti di piante prodotti proprio per essere mangiati dagli animali e aiutare così la dispersione dei semi. Ci sono casi in cui mangiamo direttamente il seme, per esempio possiamo pensare al grano, alle noci o alle castagne. Anche i funghi sono parti di organismi, per l’esattezza si tratta dei corpi fruttiferi del vero fungo, chiamato micelio, che è una fitta rete di filamenti che cresce consumando il suo substrato. Un ultimo esempio possono essere latte e uova, che sono prodotti da alcuni animali a fini riproduttivi ma costituiscono di fatto ottimi alimenti.

Le uniche cose inorganiche che consumiamo sono acqua, sale poco altro, tutto il resto deriva da un altro organismo. Quindi la prima domanda non è stupida, anzi credo possa essere per certi versi addirittura sorprendente.

Da dove proviene?

La seconda invece appare più sottile, perché può essere vista da molteplici punti di vista. Dal uno di essi abbiamo già risposto qui sopra e cioè il cibo proviene da altri organismi. Per rispondere invece dal punto di vista della produzione le cose si fanno più complesse, perché la nostra è l’unica specie conosciuta a essere sottoposta a due tipi di evoluzione, quella biologica e quella culturale. Perché cibo e cultura sono profondamente legati: quando un alimento grezzo incontra un prodotto culturale (che protremmo chiamare “ricetta”) esso si trasforma in una pietanza, spesso molto diversa dai suoi ingredienti di origine. Ed è proprio la cultura a giocare un ruolo fondamentale nella produzione e la lavorazione del cibo.

Migliaia di anni fa, agli albori della nostra specie, mangiavamo alimenti grezzi prelevati dal nostro ambiente naturale esattamente come tutti gli altri animali esistenti. Il nostro ambiente naturale erano le savane africane prima e poi tutti gli altri ambienti della Terra, dopo le numerose migrazioni umane. Qualcuno nel corso del tempo ha avuto l’idea di cuocere il cibo e di aggiungere altro, come piante aromatiche, per poi insegnare agli altri a farlo. Ecco, questa può essere considerata una ricetta e fa parte dell’evoluzione culturale.

Ovviamente questa evoluzione influenza da millenni la preparazione del cibo, ma anche la sua produzione. Millenni fa qualcun altro iniziò ad allevare animali e a coltivare piante, iniziando un processo chiamato domesticazione. Tale processo ha portato alla creazione di tutte le varietà di animali e piante che attualmente vengono coltivate e allevate in tutto il mondo, che sono molto diverse dalle specie naturali originarie.

Ricordati questo punto, perché ci torneremo sopra a breve e tutto sarà più chiaro.

Tutto il nostro cibo è artificiale

C’è molta paura di questa parola, artificiale, così come per sintetico. In realtà significano solo che un qualcosa è stato prodotto attraverso gli strumenti messi a disposizione dall’ingegno umano, senza nessuna connotazione negativa o positiva. Negli ultimi decenni si è diffusa l’idea che naturale indichi la salubrità di qualcosa, mentre ciò che è artificiale è dannoso, ma non è vero: un fungo velenoso è naturale, ma uccide. Si tratta di estreme semplificazioni che portano a conclusioni spesso stupide.

Quando dico che tutto il nostro cibo è artificiale dico una cosa vera in massima parte tranne poche eccezioni, come per esempio frutti e funghi di bosco, oppure la selvaggina e il pesce pescato (che è quasi tutto selvatico, in fatti l’impatto ambientale della pesca è maggiore rispetto a quello dell’allevamento di animali terricoli). Tutto il resto viene prodotto per mezzo di tecniche di coltivazione o di allevamento. Non crederai davvero che un campo coltivato con milioni di piante di grano sia naturale, vero? Be’ non lo è per niente: in un ambiente naturale avremmo un bioma con un’elevata biodiversità, come per esempio una foresta di latifoglie sclerofille, tipiche delle aree mediterranee.

Selezione artificiale e DNA

Ovviamente nel corso dei millenni è stata operata, più o meno consapevolmente, una selezione artificiale che ha portato a generare varietà di piante di animali che avessero delle caratteristiche ben precise. Per esempio frutti più grandi, maggiori quantità di semi, produzione di maggiori quantità di latte, un’indole più docile, foglie più grandi, steli più alti, ecc. Le caratteristiche selezionate sono tantissime e nel corso di tanto tempo hanno prodotto differenze tali dai progenitori selvatici da indurre la formazione addirittura di nuove specie. Ed è proprio qui che sta l’inghippo.

Tutte le caratteristiche di un organismo e della specie cui appartiene sono scritte nel suo DNA. Tutte quante, nessuna esclusa. Questo significa che per avere una foglia più grande o una carne più saporita qualcuno ha dovuto modificare il DNA di una specie. Ne consegue che per avere tutte le caratteristiche delle specie domestiche moderne, è stato necessario accumulare migliaia di anni di mutazioni nel loro genoma. Hai capito bene: il DNA di tutte le specie che alleviamo o coltiviamo è stato alterato. Di tutte, nessuna esclusa. Intendo questo quando affermo che Tutto ciò che mangiamo è geneticamente modificato.

Esempi concreti presenti quotidianamente nei nostri piatti

Non c’è nessun complotto di nessuna multinazione, che non sono nemmeno così malvage come vengono descritte (certo soggetti sono a scopo di lucro, ma mi sembra piuttosto normale che un’azienda ricerchi il profitto derivante dalla propria attività economica, altrimenti si tratterebbe di enti di beneficienza).

Piante di grano duro (CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=279530)

L’Italia è la patria della pasta e noi italiani adoriamo tale prodotto. La pasta viene prodotta con la semola, una farina ottenuta macinando i semi del “grano duro”, cioè la specie appartenente alle graminacee Triticum durum. Il grano più usato per produrre la semola è del cultivar chiamato Creso, il quale è geneticamente modificato. Esatto, hai letto bene ma non correre a buttare via la pasta che hai in dispensa!

Il Creso è stato ottenuto inducendo mutazioni tramite radiazioni, una pratica molto in voga in un passato in cui l’ingegneria genetica non esisteva. Per l’esattezza il Creso fu ottenuto dallENEA (Ente Nazionale Energia e Ambiente) negli anni ’70 del XX secolo, maggiori informazioni sono presenti qui e qui. Rischi per la salute? Nessuno. Proprio nessuno, perché noi mangiamo i discendenti di quelle prime piante sottoposte a radiazioni, quindi non ce ne sono più tracce; inoltre negli ultimi 40 anni nessuno ha mai avuto nessun problema consumando pasta ottenuta con grano Creso, come prova di sicurezza mi sembra più che sufficiente.

Un altro esempio interessante è il cavolfiore arancione, che fino a pochi anni fa semplicemente non esisteva. Fu scoperto casualmente in un campo da un contadino e fatto riprodurre. Studiandolo si scoprì che si trattava di un normale cavolfiore bianco che, a causa di una mutazione casuale, ha accumulato carotene nell’infiorescenza.

A questo punto sorge spontanea una domanda: perché ci si rifiuta di mangiare alimenti prodotti da organismi il cui DNA è stato modificato dalle precise e sofisticate tecniche di ingegneria genetica, quando si consumano senza battere ciglio organismi generati da mutazioni genetiche indotte a casaccio?

Il vero inganno degli OGM

Ne parleremo nella prossima puntata, così come confronteremo i progenitori “naturali” delle specie domestiche con i loro discendenti che mangiamo. Per ora lascio un paio di approfondimenti al riguardo:

Ivan Berdini

Zoologo e appassionato di fotografia