Il “mostro” dell’uragano Harvey

L’uragano Harvey ha lasciato un mostro marino su una spiaggia texana? Ogni volta che si trova una carcassa spiaggiata si parla di “mostro misterioso”.

Il “mostro” dell’uragano Hurvey (fotografia proveniente dall’account Twitter Preeti Desai)

L’uragano Harvey

L’uragano noto come Harvey ha colpito il Texas alla fine di agosto 2017 provocando parecchi danni, prima degli Stati Uniti aveva già colpito i Caraibi e attraversato il Golfo del Messico. Si è trattato di una tempesta che ha raggiunto il quarto grado sulla scala che ne misura la forza, su un massimo di cinque, quindi il suo passaggio nel golfo ha certamente disturbato in maniera massiccia anche l’ambiente marino.

Il ritrovamento del “mostro”

Il 6 settembre 2017 un account Twitter chiamato Preeti Desai pubblica la foto che vedete qui sopra, chiedendo se qualcuno era in grado di capire di che specie si trattasse. Le foto sono più di una e sono visibili sul profilo twitter linkato poco sopra oppure qui. La carcassa è stata trovata arenata su una spieggia del Texas su cui è passato l’uragano Harvey ed era già in avazato stato di decomposizione.

Le immagini sono state riprese da molti utenti, purtroppo non tutti seri o esperti di zoologia, e il risultato è stato il solito: fantasia scatenata che ha portato alle solite ipotesi, dall’animale marino sconosciuto fino agli alieni provenienti da altre dimensioni (perché solo da un altro pianeta era troppo poco, evidentemente). Questa storia è assolutamente classica e si ripete identica ogni singola volta che viene ritrovata un carcassa semidecomposta su una spiaggia. Il tutto ovviamente facilitato dai media che sono sempre a caccia di “notizie” ad alto indice di “cliccabilità”.

La verità sul “mostro”

In realtà non c’è nulla di misterioso ed è stata addirittura identificata la specie cui appartiene l’esemplare fotografato: si tratta di un pesce chiamato Aplatophis chauliodus, un anguilla che vive nel golfo del messico a circa 90 metri di profondità.

Gli uragani sono perturbazioni molto violente e possono portare sulle spiagge anche cose che altrimenti difficilmente arriverebbero a depositarvisi. Aggiungiamo che si tratta di una specie poco conosciuta dal grande pubblico, per di più in avanzato stato di decomposizione, e il mostro è servito.

Evitare la nascita di questo genere di bufale sarebbe anche semplice, basterebbe evitare di lavorare di fantasia e aspettare che gli esperti finiscano le loro analisi. Inoltre i media dovrebbero smettere di diffondere falsi misteri come se fossero notizie per raggranellare qualche spicciolo in più: serve solo a perdere credibilità e ad alimentare la crisi dell’editoria.

Ivan Berdini

Zoologo e appassionato di fotografia