È arrivato l’insetto più pericoloso del mondo?

Gli insetti sono il mio campo e quindi non ho saputo resistere alla tentazione si sbufalare questa “notizia” che circola in rete da qualche settimana: è arrivato in Italia l’insetto più pericoloso del mondo?

CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=369599

La “notizia”

Secondo il sito lanozione.com (attenzione: “La NOzione” e non “La Nazione“, che invece è un regolare quotidiano) l’insetto qui sopra sarebbe recentemete arrivato nel sud Italia. Già il fatto che il nome del sito richiami storpiandolo il nome di un quotidiano dovrebbe già accendere qualche campanello d’allarme, ma vediamo cosa ci dice l’articolo in questione (che è scomparso dal sito, ma io l’ho salvato qui):

È arrivato sulle nostre coste dall’Africa, sicuramente agevolato dai continui sbarchi, l’insetto più velenoso al mondo, che rischi di distruggere un intero ecosistema, e che ha già mietuto le prime vittime!

Le faune aliene sono un problema sempre attuale, ma che io sappia non esiste nessun caso noto nel quale una specie aliena sia arrivata in seguito allo sbarco dei migranti, come vettore mi sembra piuttosto improbabile. Comunque ha tutta l’aria di una cosa piuttosto seria, quindi andiamo avanti nella lettura:

Il nome scientifico di questo insetto è “Lybella Clormadinone”, ed è un pericolosissimo insetto, dotato di un pungiglione, ma con le ali simili a una farfalla, che usa il veleno per uccidere prede di medie dimensioni, e nutrirsi della sua carne, e deporre al suo interno le uova, vivendo sulle spalle delle vittime in maniera parassitaria.

L’insetto in questione sarebbe quello poco sopra. Il periodo appare scritto in un italiano abbastanza discutibile, con virgole messe più o meno a caso e soggetti che si confondono tra loro. Strano per un articolo giornalistico, non trovate? Certo, è vero che i quotidiani siano crollati in qualità negli ultimi anni, ma questo mi sembra veramente troppo!

Il nome della specie

Da bravo entomologo, ho cercato il nome scientifico di questa specie ed è venuta fuori una cosa piuttosto esilarante (tra l’altro la scrittura corretta per un nome scientifico sarebbe Lybella clormadinone, seguito dal nome di chi l’ha descritta e l’anno della descrizione); Lybella è il nome commerciale di un farmaco anticoncezionale (una cosiddetta “pillola”) e il Clormadinone è uno dei principi attivi contiene. Si può immaginare la mia sorpresa nello scoprire ciò, dato che non esiste alcuna specie che abbia un nome anche solo vagamente somigliante e quindi non può trattarsi di un buffo caso di omonimia. Secondo me già questo dovrebbe classificare l’articolo come bufala, ma mi voglio divertire ad analizzare la “scienza” in esso contenuta.

La pericolosità dell’insetto

Dunque, l’animale in questione avrebbe un pungiglione che userebbe per iniettare un veleno capace di uccidere animali di taglia media, e ciò sarebbe anche possibile, ma questo si nutrirebbe della carne delle sue vittime e vi deporrebbe le uova per, cito testualmente, “vivere (vivendo) sulle spalle delle vittime in maniera parassitaria“. Ma se uccide le prede col veleno, come fa a vivere sulle loro spalle come parassita? I parassiti non possono sfruttare i morti perché per definizione sopravvivono a spese di un organismo vivente, nutrirsi di un organismo morto è necrofagia (come gli avvoltoi o le larve di alcune mosche), non una forma di parassitismo.

Di che insetto si tratta, realmente?

In realtà quello nella foto (compresa la foto dell’articolo originario) è un Mecottero (Mecoptera), un ordine di insetti diffuso anche in Italia ed estremamente antico, dato che si trovano fossili di specie simili risalenti al Permiano. Sono volgarmente noti come “mosche scorpione” per via della particolare conformazione della coda del maschio, che in realtà non è un pungiglione ma una struttura utilizzata durante l’accoppiamento. I Mecotteri sono del tutto innocui e si nutrono di altri insetti, non hanno veleno, non mordono e non pungono.

Quello nell’immagine all’inizio di questo articolo è un maschio di Panopea communis, con la particolare coda ben visibile. La femmina invece è la seguente:

Di Algirdas at the Lithuanian language Wikipedia, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8014059

Si può notare che la parte terminale dell’addome è diversa da quella del maschio. Comunque vi concedo che a prima vista abbia un aspetto piuttosto inquietante e se non si conoscono i Mecotteri è abbastanza giustificato averne un po’ paura. In fondo si tratta di un ordine di insetti poco noto al pubblico, io stesso non lo conoscevo prima di arrivare all’università nonostante sia stato sempre appassionato di zoologia.

La  vera natura del sito

Rimane da chiarire solo una questione: perché lanozione.com contiene una simile “notizia”? Ce lo spiega il disclaimer che si trova in fondo a tutte le pagine del sito (grassetto mio):

La Nozione Copyright © 2016. Lanozione.com non è contraddistinto da una testata e viene aggiornato senza alcuna periodicità regolare. Esso non costituisce “prodotto editoriale” ai sensi e per gli effetti della legge 7 marzo 2001, n. 62, né si applicano allo stesso le disposizioni previste per la stampa, ivi incluse le norme di cui alla legge 8 febbraio 1948, n. 47. Lanozione.com è un sito satirico e quindi alcuni articoli contenuti in esso non corrispondono alla veridicità dei fatti. La redazione non intende minimamente offendere nessuno. Testi, video e immagini inserite e contenute in questo blog sono tratte da internet e pertanto, considerate di pubblico dominio. E’ possibile utilizzare gli articoli contenuti in questo sito solo se esplicitamente citata la fonte tramite link di collegamento. ATTENZIONE, questo sito non riconducibile in nessun modo al giornale “La Nazione”.

Si tratta quindi di un sito satirico che pubblica volutamente delle burle o delle bufale con intento umoristico e magari tirare su qualche soldo coi banner pubblicitari. Sono molti in rete i siti che hanno una simile linea editoriale: hanno un nome che richiama quello di un noto quotidiano e pubblicano notizie assurde. Sinceramente non li trovo divertenti, anzi credo che facciano solo danni.

Ivan Berdini

Zoologo e appassionato di fotografia