Bufale – Il ragno mortale che invade l’Europa

Inauguriamo seriamente la sezione “Bufale” con una vera perla di pseudogiornalismo allarmista in campo zoologico, secondo la quale l’Europa sarebbe stata recentemente invasa da un ragno pericolosissimo e velenosissimo, a dir poco letale!

Un ragno mortale che sta invadendo l’Europa? (Di A7N8X – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35191118)

La bufala nel dettaglio

Secondo questo articolo (è un backup della pagina in questione, che è stata eliminata dal sito originario) di una testata chiamata Articolotre Plus, il ragno in foto sarebbe una specie pericolosissima che starebbe attualmente invadendo l’Europa.

Apprendiamo che questo ragno, che dovrebbe essere tipico di America settentrionale e centrale più Hawaii (distribuzione priva di senso biogeografico: le faune hawaiane non c’entrano nulla col nord America), si sarebbe evoluto a causa del riscaldamento globale generato dal buco nell’ozono (?) in modo da poter resistere a lunghi periodi di inappetenza cadendo in uno stato letargico. Questa sua caratteristica gli permetterebbe di resistere per giorni viaggiando nei container delle navi mercantili che dalle Americhe giungono in Europa.
Almeno questo è ciò che ho capito leggendo l’articolo originale che risulta decisamente poco chiaro:

Con l’incremento della temperatura dovuta al buco dell’ozono, causa conclamata del riscaldamento globale, questo aracnide, già classificato tra le specie più pericolose al mondo, è riuscito a irrobustirsi per resistere a lunghi periodi di carestia, cadendo in una sorta di sonno letargico nei momenti in cui necessiterebbe di alimentarsi, ad esempio viaggiando nei containers per il trasporto di merci su navi.

Il periodo risulta ben poco comprensibile, mi chiedo se l’autore abbia riletto l’articolo prima di cliccare sul pulsante “pubblica”.

Ma non è tutto, perché l’Aracnide in questione sarebbe estremamente velonoso.Tanto che il suo morso immobilizzerebbe le vittime nel giro di venti secondi e sarebbe letale nel 64% dei casi. Addirittura sembra che non faccia distinzioni fra prede e animali di grossa taglia, quindi attaccherebbe qualunque cosa si muova. Si dice anche che esista un antidoto ma che l’Unione Europea abbia delle scorte limitate e che l’acquisto di nuove dosi comporterà grosse spese perché una (cito testualmente) “nota casa farmaceutica esclusivista dell’antidoto” venderà a caro prezzo il suo prodotto. Ovviamente il nome di questa fantomatica casa farmaceutica non viene specificato da nessuna parte nell’articolo originale.

Perché è una bufala?

Il ragno in questione è chiamato Argiope bruennichi ed è una specie tipica dell’Europa, quindi non c’è nessuna invasione in atto ma abita questo continente da molto prima di noi. Basta fare una passeggiata in campagna per scorgerne qualcuno e rendersi conto di quanto siano comuni, io stesso ne ho visti tantissimi quando, da piccolo, passavo le estati in campagna da mia nonna: ricordo che questo ragno avesse una predilezione per i filari di pomodori, fra i quali si potevano osservare molti esemplari sulle relative tele. Fra l’altro sono anche piuttosto utili perché le loro tele catturano anche insetti che potrebbero causare danni al pomodoro, come la cimice verde Palomea prasina che ne rovina i frutti. L’A. bruennichi è noto con molti nomi comuni, tipo “argiope fasciata”, “ragno vespa”, “ragno tigre” o “ragno zebra” e qualunque contadino lo dovrebbe conoscere, quindi potreste chiedere lumi anche a qualche vostro amico o conoscente che pratichi la coltivazione anche solo per hobby.

Argiope bruennichi che ho fotografato io stesso nel cortile di casa mia

Si tratta di un ragno pericoloso?

Sfatiamo anche il mito della pericolosità: l’Argiope bruennichi, nonostante la sua colorazione aposematica che farebbe pensare a una specie molto velenosa, è in realtà piuttosto innocuo, infatti preferisce scappare se disturbato e un eventuale morso non è più doloroso di una puntura d’ape. Un antidoto al suo veleno sarebbe inutile e infatti non esiste, quindi possiamo bollare come bufala anche la storia della “nota casa farmaceutica” che venderà gli antidoti a caro prezzo all’Unione Europea. Il ragno letale che paralizza le vittime in venti secondi e che non fa distinzione fra prede e animali di grossa taglia esiste solo nella fantasia dell’autore di quell’assurdo articolo.

L’assurdità del nido e del viaggio

Fra l’altro credo che sia anche stato copiato e tradotto da qualche parte perché si legge che l’A. bruennichi sarebbe approdato nel porto di Hamburg, che in italiano sarebbe la città tedesca chiamata Amburgo e nessuna persona di madrelingua italiana si sognerebbe di scrivere “Hamburg” al posto di Amburgo. Un altro elemento che mi fa pensare a una traduzione in fretta e furia si trova in questa frase:

causa delle sue ridotte dimensioni, lo stesso nido non supera i tre pollici di diametro e l’animale attecchisce in prossimità di legname stagionato, spesso utilizzato per la costruzione di bancali per il trasporto degli ortaggi.

Chi ha scritto questo “articolo” sa che 3 pollici equivalgono a più di sette centimetri? A 7,62 centimetri per l’esattezza, quindi questo nido sarebbe più adatto a un passero che a un ragno di 3 centrimetri scarsi. Inoltre i ragni non costruiscono nidi ma sacche ovipare, cioè dei bozzoli di tela in cui immagazzinano le uova e che appendono nei pressi della propria tela.

Questa specie poi sarebbe del tutto inadatta a una rocambolesca esportazione accidentale in mezzo a frutta  e verdura, perché necessita di un luogo ampio ma stabile in cui costruire la sua grande e fragile tela.

Insomma complimenti all’autore (che non si è firmato) di questa autentica perla di allarmismo psundogiornalistico che dimostra quanto la regola d’oro del giornalismo sia ormai sconosciuta: controllare la veridicità prima di pubblicare!

Specie di ragno pericolose in Italia

Concludiamo dicendo che solo due specie di ragno endemiche dell’Italia sono dotate di un veleno pericoloso:

Tutte le altre sono assolutamente innocue, anche se è sempre meglio evitare di toccare ciò che non si conosce.

Ivan Berdini

Zoologo e appassionato di fotografia